INGEGNERI ROMA CALCIO
  L'ULTIMO DEI LUPONI
 
AUGURI PAPA'


ALL’ULTIMO DEI LUPONI
 
CIAO PAPA’…
tutte le volte che ti guardavo, con quella tua mole impressionante e discutevamo su come i tuoi compaesani ti avevano già salutato da un pezzo, chi prima chi dopo, dentro di me avvertivo sempre un senso di pace e serenità, come che tu fossi dispensato da questa terribile quanto crudele realtà della vita, come che IL LUPO DEI LUPI fosse immortale!
Non potevo proprio immaginare una vita senza di te, senza il mio Lupo che mi infondeva protezione tutte le volte che volevo e che lo cercavo perché ne avevo bisogno!
Come quando avevo un anno ed ero sulle scale della chiesa del tuo paese natio e non appena mamma mi aveva lasciato il mio istinto era quello di correre verso te che eri accosciato, come a dire… “a regà famme annà da mi padre…e li chi me po’ tocca!”
Avevo degli occhioni giganti che mi indirizzavano verso te, due fanali che illuminavano il mio cammino, proprio come quelli che mi sgranavi pochi giorni fa quando mi dicevi di preoccuparmi della mia salute come Antonio avrebbe dovuto preoccuparsi della sua, due fari che cercavano ancora di illuminare la mia vita nonostante fossero stanchi di tutta quella sofferenza…due faraglioni meravigliosi che ho sempre stampati nella mia mente e che ora continuano a vivere nei miei…
Come quando avevo cinque anni e mi portavi al Pantheon nella speranza di pizzicare la corsa buona e cioè l’aeroporto e quando capitava eri costretto a lasciarmi solo con mamma e Antonio ed allora povera “Sora Maria” che si doveva beccare tutti quei calci sugli stinchi come che accusassi lei di non averti fermato…
Ma chi ti poteva fermare a te Papetto mio!
Nessuno ti poteva fermare a te, nemmeno quella maledetta malattia poteva fermarti nonostante ti costringeva a vivere in quel modo, buttato li su di un letto tutto il giorno dove muovevi a stento il braccio destro perché il sinistro era ormai andato…e nonostante tutto riuscivi ad avvicinarti alla bocca con grande sforzo e fatica quei pavesini che a te piacevano tanto, un gesto semplice come te ma che racconta tutta una vita quella tua e della tua grandezza, questa volta però non fisica ma della DIGNITA’ DEL GRANDE UOMO che eri che ti ha sempre contraddistinto per tutta la vita, e ancor di più in questi otto maledettissimi mesi della tua malattia, che hai affrontato con grande coraggio lottando fino all’ultimo tuo respiro senza minimamente mai farti domare dalla paura della morte…
Eri come un uccello in gabbia arrabbiato con il mondo perché costretto a vivere in quel modo gli ultimi istanti, quelli più preziosi, della tua vita ma soprattutto della nostra…
Eri un UOMO SEMPLICE dalla grandissima BONTA D’ANIMO e non c’è stata mio caro Lupone persona che non ti abbia ringraziato anche per un piccolo gesto e ricordato per un episodio che ha condiviso con te e per il buon umore che trasmettevi ogni giorno!
Hai vissuto la quotidianità della vita con grandissima semplicità, senza maschere nè finzioni, che oggi ahimè accompagnano la nostra generazione…sei stato per me un grande insegnamento di vita, il più bello che mai potessi ricevere, quello che nessuno ora potrà più darmi ed è proprio in questi otto terrificanti mesi della tua malattia che mi hai trasmesso la consapevolezza di non aver mai paura della morte e di affrontare con grande dignità tutti gli ostacoli più duri che la vita possa metterci di fronte...
Mi ricordo con che semplicità e onesta intellettuale pochi giorni prima che te ne sei andato, prima di entrare nella chiesetta dell’ospedale per ascoltarci insieme la messa, ti rivolgevi ostinato alla malattia, del perché aveva scelto te, consapevole della sfida impari che eri disposto a combattere, ma disposto fino alla fine ad affrontare tutto se era questa la volontà del Signore…
…come a dire alla malattia…”va bè mi hai preso, avrai pure vinto tu ma hai capito questa volta a chi ti sei rivolta?”…
PAPA’ ora finalmente sei libero di volare e nessuno mai potrà più fermarti, sei finalmente libero di abbracciare tutti i tuoi amici ed i tuoi cari che hai visto andarsene in tutti questi anni e che ti hanno accompagnato nella tua vita…sei finalmente libero di abbracciare la “GLORIA DEL SIGNORE”!
PAPA’ ti ho sempre rispettato e stimato come è giusto che un figlio faccia con il proprio padre, ma non immaginavo mai che la tua grandezza, non solo quella fisica, potesse arrivare mai a tanto, ed è proprio in questi otto maledettissimi mesi, dove sia io che Antonio e la Mamma non ti abbiamo mai fatto mancare tutto il nostro calore, che ho maturato sempre più la convinzione che tu in questo mondo non c’entravi nulla, che TU ERI UN UOMO D’ALTRI TEMPI, perché facevi parte di un’altra generazione che oggi non esiste più, quella dei grandi lottatori che non hanno paura di nulla…tu che eri L’ULTIMO DEI LUPONI!
Ma il ricordo più bello che porterò nel mio cuore sono quei due occhioni giganti che mi sgranavi davanti proprio l’ultimo giorno che ti ho visto quando cercavi di comunicarmi che dovevo farla finita a massaggiarti le braccia come a dire “mettiti l’anima in pace figliolo mio”…due fari giganti che avrei preso a morsi per quanto erano belli, pieni di una luce soave e meravigliosa e destinati a non spegnersi mai e che oggi brillano nei miei…
Te ne sei andato perché avevi finalmente capito che tutto era compiuto…come un gran furbacchione di Papà che vede finalmente sistemato l’ultimo dei figli, dopo essersi sincerato che finalmente andava a sposare la donna che aveva sempre sognato…
e quando tutte le volte ti ricordavo il bene che ti voleva, tu con estrema franchezza mi rispondevi sempre ”…A MICHE’ MEGLIO DE QUESTA NON LA POTEVI TROVA!”
E’ proprio vero quanto ti dicevano che eri un “Gigante Dagli Occhi Buoni” perché nonostante la tua mole non passava mai inosservata quello che realmente prevaleva in te era soprattutto la tua IMMENSA BONTA’ D’ANIMO, che ti ha permesso di aiutare tutte le persone che hanno invocato il tuo aiuto e che hanno avuto cosi la fortuna e l’onore di averti conosciuto mio caro LUPONE…
Non smetterò mai di ringraziarti mio caro PAPA’ perchè tutto ciò che ho potuto realizzare nella mia vita è solo merito tuo e della Mamma, per avermi fatto crescere come professionista ma soprattutto come UOMO e per avermi dato la possibilità di far diventare realtà tutti i miei sogni come quello di essermi laureato!
Nonostante sia innegabile il distacco materiale e a volte prevalga un senso di tristezza infinita non posso che reputarmi fortunato nell’aver avuto un Papà come te e nell’averti vissuto per tutti questi anni, tu che il Papà lo hai perso prematuramente a nove anni e ti sei dovuto caricare la famiglia sulle spalle quando ancora eri un bambino!
NESSUNO MAI POTRÀ PIÙ DARMI L’ULTIMO DEI LUPONI MA UNA COSA È CERTA MIO CARO LUPONE E CIOÈ CHE IL TUO CUORE CONTINUERÀ IN ETERNO A VIVERE NEL MIO...
 
  IL TUO FIGLIOLO
MICHELE

 
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